Equilibrio e armonia, sono le prime parole che mi vengono in mente dopo la messa in onda del nostro Discus Contest.
Lo ammetto, i giorni precedenti al chek-in dei discus sono stati molto faticosi ma, come il mio amico Mike Os mi ha detto non appena arrivato a Napoli, solo chi ha organizzato uno show nella sua vita può capire quanto sia complesso.
Tuttavia, man mano che arrivavano i pesci per il check-in e tutte le vasche erano occupate, il manifesto benessere e la tranquillità degli animali in concorso contribuiva a generare questa sensazione di equilibrio e armonia.
I discus ci stavano dicendo che il mio team aveva lavorato bene e tutto era come doveva essere. L’unica nota stonata, il forte odore di disinfettante che i miei angeli Nicola e Attilio non lesinavano a usare per ridurre qualsiasi commistione tra le vasche.
Quest’anno, desideravo che il livello dei pesci nello show fosse molto alto, non ho badato molto al numero degli iscritti. Infatti chiesi di fare preparare soltanto 140 vasche, il mio amico Christian Pedone però insistette per 160, avevamo torto entrambi, 4 giorni prima dell’inizio avevamo 160 discus iscritti e 72 nuove richieste d’iscrizione che abbiamo dovuto rifiutare.
Le nostre vasche da concorso adesso contenevano tutte un pesce di grande livello. Il conto alla rovescia, cominciato circa un anno prima, era finito.
I discus ci dicevano che lo show poteva iniziare: erano quasi tutti pronti per essere valutati dalla nostra magnifica giuria.
Dopo un breve briefing con tutti i giudici, li ho guidati nello spazio del concorso e, muniti di Ipad: Cuneyt Birol, Bernd Degen Sergey Goryunskin, Hiroshi Irie, Andre Soh, hanno iniziato un giudizio durato quasi 6 ore. Solo una richiesta da parte mia: “prestate attenzione alle forme dei pesci, penalizzate cosi come il nostro regolamento prevede, gozzi prominenti, doppi menti e distaccamenti gola-petto ed ogni altra evidente deformità”. Ancora quella sensazione di equilibrio e armonia, si sentiva nel nostro gruppo, avevamo infatti tra i migliori giudici del mondo.
La fine della valutazione ha segnato l’inizio di una vera e propria festa del discus, con partecipanti da tutto il mondo che, da venerdì, hanno letteralmente invaso la nostra fiera.
La competizione era ormai messa da parte, ogni appassionato si confrontava senza veli con gli altri su gusti personali, propositi di selezione, tecniche di allevamento.
Solo a fine premiazione, dopo la comparsa sul palco della coppa del mondo del discus, questa volta assegnata a Tony Tan, lo spirito di competizione si è riacceso e ho sentito con le mie orecchie molti allevatori dire: quella coppa dovrà stare nella mia bacheca...
Carmelo Aricò